giovedì 17 gennaio 2013

"Dopo il libro che cosa ti rimane? Un bel niente!"



“Dopo il libro che cosa ti rimane? Un bel niente!” un’altra frase (sentita anche oggi) da diverse persone.
Mi domando se a volte vale la pena continuare e rincorrere questo sogno, questa passione interminabile di trascrivere le mie emozioni, le mie fantasie e le mie creatività, attraverso una penna e un foglio di carta, e quando non ci sono loro, il mio pensiero non lo lascio fuggire così facilmente … per fortuna esistono anche i computer e i cellulari!
Come faccio a buttar via questo pensiero, non posso gettare un altro sogno. Ho cercato di realizzare almeno uno nella mia vita, ed ora che ci sono (quasi) riuscita, mi incoraggiano con queste frasi?
E’ vero, forse un libro non può soddisfare il tuo futuro, non c’è un ottimo guadagno, in una settimana puoi venderli dieci, mentre un’altra zero, ma che ne sappiamo? Tutto può succedere, tanti libri son diventati famosi (e aggiungo, anche libri che non valgono un bel “niente”). Ma sottolineo, che se continuo a scrivere è perché fa parte del mio essere, da quando ero piccola scrivevo storie, poesie, frasi, racconti. Non scrivo sforzando il mio cervello e contemporaneamente fingendo di essere una bravissima con idee e fantasie sempre pronte, solo per avere un maggior numero di vendite e per attirare i fans. Questo, NO!
“Devi cercarti un lavoro FISSO. Ora hai fatto questo “sfizio di scrivere un libro” ma dopo trovati un lavoro vero e proprio” ancora un’altra raccomandazione.
Una domanda … Come cavolo si fa a trovare un lavoro con questa cavolo (finta) crisi che c’è?!
E come ho già scritto precedentemente un mio pensiero riguardo al lavoro, ora ho capito che bisogna crearlo personalmente a tue spese, senza essere dipendente da qualcuno, perché la verità si conosce … i raccomandati, i familiari, le “bravissime verginelle” e pochissime persone che davvero hanno sudato, continuano a portare avanti la gestione, il negozio e altro.
“Beh … ora che sei una scrittrice (non sono una scrittrice, cavolo!) ti devi prendere un secondo diploma, o una laurea, per sviluppare al meglio le tue capacità”.
Risposta: Ma se non ho voglia di continuare gli studi, che ogni libro costa un sacco di soldi, e amo studiare una cosa senza dar conto a nessuno quando devo portare un argomento, ma perché non vi fate gli affari vostri?
La scuola è la strada, le esperienze negative, no sta’ stupida matematica che non serve un cavolo, anzi, aggiorna altri problemi che già tieni abbastanza. Dentro in quel “edificio bianco chiamato scuola (carcere minorile)” gira nell’aria solo brutta ingiustizia!
Per me anche scrivere libri è un lavoro dipendente e unicamente solo da te stesso.
Credete davvero che scrivere è facilissimo? E’ come parlare con un amico in chat? Non è per niente così.
A volte ti capitano giornate che mandi a quel paese anche il libro, nonostante è il tuo sogno. Ma questo è normale, succede a tutti una cosa del genere. E’ come litigare con il proprio partner … lo puoi mandare a quel paese ma non lo molleresti mai!
Ho in mente di scrivere altri romanzi … fantasy, rosa, ma … con tutte queste raccomandazioni, come devo fare. Se lavoro, il tempo per scrivere quando lo trovo? Non voglio fare come l’anno scorso divisa tra il lavoro e il romanzo. Finivo alle cinque di notte, e a volte non dormivo nemmeno, perché alle sette dovevo trovarmi al posto di lavoro!
Che mi consigliate … devo stare a sentire i loro consigli lasciando un altro sogno e buttarlo nella spazzatura, o continuare senza darle ascolto?

4 commenti:

  1. "E’ come litigare con il proprio partner … lo puoi mandare a quel paese ma non lo molleresti mai!".
    Questa tua frase mi è rimasta impressa in tutto il post. Hai detto bene, come litigare con chi ami, con cosa ami, ma che non lasceresti mai perché ti fa sentire bene, in pace con te stessa e il mondo, questo conta!
    La gente che ti dice: "Non ti rimane niente", è ignorante, ogni testo pubblicato, rimane eccome e non solo a chi lo ha scritto o a chi lo legge, rimarrà per sempre, anche dopo di te. Le persone che parlano in quel modo non sono al tuo posto, ma vorrebbero tanto esserci, credimi, tantissimo e cercano di demoralizzarti e di sminuire i tuoi sogni, il tuo lavoro, la tua fatica, il tuo valore (perché tu vali!)... la gente vuole sentirsi "giustizialista", ama giudicare e fare "giustizia" sulle cose e le persone, ma spesso non sanno giudicare e non sono abituate a giudicare in primis se stessero.
    Guarda in faccia queste persone e rispondi: "Perché? Tu cos'hai che ti rimarrà per sempre come un libro? Un figlio, beh... quando arriverà il mio turno, lo farò anch'io, intanto un libro è come niente altro al mondo!".
    Rispondi così. ;-)

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    1. Purtroppo Tizy, gente così hanno sempre la risposta pronta. La maggior parte dicono "Il posto di lavoro è sempre un posto fisso e sicuro. Il libro invece, se non va bene ... lo sai, se non pubblichi con case editrici come la Mondadori, non sei nessuno e nessuno ti nota" in quel momento lo devo ammettere, mi fa male. Anche se noto persone che hanno "autopubblicato" il proprio libro ed ora sono arrivati al successo! Quindi, non significa che bisgona avere dietro le spalle una casa editrice potente. Se la storia vale, e lascia un profondo significato, la vendita, pubblicità, il guadagno c'è. Ma per fare tutto questo è anche vero che bisogna avere delle "conoscenze".

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    2. Rispondi alla gente che ti dice del "posto fisso" che ora il posto fisso non ce l'ha più nessuno, che in Italia il lavoro ora funziona coi part-time, con il precariato, il posto fisso, rimane ai raccomandati, a chi va in pensione e lascia il figlio o il nipote o il parente... chi non ha la parentela che ti mette a fare un lavoro, non ha nessun posto fisso, rispondi pure tu "pronta e preparata", dici la verità dopotutto!

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    3. Parole che dico sempre ... ma tanto è inutile Tizy, sono solo invidiosi perché hanno pochissima fantasia. Mi fanno ridere coloro che non hanno un lavoro e mi dicono "Ma i libri finiscono, devi trovare un lavoro come commessa, cose così ... quello è lavoro" ma perché non si guardono loro che non hanno nemmeno iniziativa e non fanno davvero un cavolo ... sanno solo giudicare e guardare gli altri, ma loro stessi quando? ;-).

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