sabato 14 aprile 2012

Se sei bella (o raccomandata), puoi lavorare!

Cerchiamo lavoro, e quando leggiamo “Cercasi commessa” o “Cercasi barista”, entriamo convinti mostrando il nostro curriculum. La risposta data, di solito sono i loro sguardi assassini che ci guardano dalla testa ai piedi, come se fossimo alieni, proseguendo con una risposta secca e con un pizzico di superiorità: “Le faremo sapere” oppure “A momento siamo già occupati! Se esce qualcosa, ti faremo sapere”.
Spesso prendono il nostro numero di cellulare solo per pietà, no perché siano interessati per davvero, INTENDIAMOCI!
A volte capita che la nostra richiesta di lavoro, interessi a “qualcuno/a”, e ci offrono (come viene soprannominato) una settimana di prova. Se riusciamo a superare le tortuose critiche o le piccole “avanzi”, allora siamo “AMMESSI!”.
La prova non dura mai una settimana, come spesso dicono. Bensì uno o due giorni. Questo dipende non sempre da NOI, quindi smettiamola di dirci che siamo noi il problema. Tranquilli!
Vediamo dietro ai banconi, ragazze bellissime e molto socievoli, e spesso, veniamo a sapere che sono raccomandate da mamma o papà.
La domanda che spesso poniamo è: “Perché?”.
Ora per accedere a un’attività bisogna avere delle raccomandazioni? Perché per lavorare conta sempre la bellezza? Perché di questa discriminazione verso le altre persone bisognose di un lavoro?
Sento ogni giorno, tante testimonianze di persone che cercano disperatamente un lavoro, e rimango scioccata, quando pongono certi dettagli piccanti, di direttori che cercano di molestare la propria collaboratrice di lavoro.
Una mia cara amica ha lavorato per un giorno come barista nella sua zona. Leggiamo cosa gli è successo in quel giorno di prova:

“All’inizio il direttore, sembrava convincente, tanto da mettere completamente le speranze di aver trovato finalmente un lavoro. Mi ero sbagliata. Purtroppo il primo giorno di prova, fu alquanto faticoso. Non sembra normale sentirci stanchi, già al nostro primo giorno di lavoro. Era la prima volta che lavoravo in un bar. Bene o male eseguivo tutto ciò che mi chiedeva di fare, come per esempio “sorridi al cliente – il cliente ha sempre ragione – sorriso stampato – molto socievole”. Spesso capitava, che per pura distrazione, sbagliavo a dare un dolce per un altro, a un cliente, e spesso si arrabbiava dicendo: “Svegliati! Stiamo lavorando qui, no dormendo” .
Poi, c’erano clienti un po’ troppo socievoli, e magari per l’età che avevano, potevano essere “padri o nonni”. I loro sguardi non potevano evitare il mio “fondoschiena”!
Altri invece, mi criticavano, non in modo diretto. C’erano due uomini, che discuteva col direttore del bar riguardo il lavoro per i ragazzi: “Questi ragazzi d’oggi, sono dei gran viziati! Vanno a lavorare solo per cazzi loro, per comprare cellulari, computer e abiti firmati. Sborsano i portafogli dei genitori, e quando vedono che non li aiutano più, allora cercano disperatamente un lavoro. Non sanno il valore di un lavoro qual è veramente. Vogliono di più e non vogliono far niente. Li metterei a zappare la terra sotto il sole bollente, dopo devi vedere, come reagiscono. Questo è lavoro, il lavoro è sudore!”.
Rimasi a dir poco scioccata. Volevo intervenire ma, come sarebbe andato a finire? Non potevo far nulla, poiché il cliente ha sempre ragione!
Come fanno le persone a giudicare senza conoscere le vere situazioni economiche. Senza sapere, che quella persona va appositamente a lavorare per aiutare un familiare, e no per comprarsi uno stupido aggeggio tecnologico.
Beh, stavo procedendo bene la mia prova, fin quando non entrarono tre ragazze. Fuori, c’era ancora il cartello con scritto “Cercasi barista”. La prima ragazza era bella e molto provocante. Sentii tutto. Il direttore sembrava attratto, tanto da poter prendere con sicurezza il suo numero di cellulare, con un sorriso malizioso.
La seconda ragazza invece, era carina e timida: Ho letto il cartel …”.
La fermò subito: “No mi dispiace. Già abbiamo trovato. Eccola” e indicavano me.
La terza bella e simpatica, era accompagnata dalla madre. E quella terza ragazza la conoscevo “perfettamente”. Viziata e con molta superiorità, la madre chiese che la figlia cercava un lavoro, poiché il prossimo anno doveva andare a studiare in Inghilterra per un corso di Lingua Inglese, e doveva affittare una casa con il suo fidanzato, in un modo molto socievole.
Lui sembrava divertito, tanto da prendere il suo numero di cellulare.
Alla fine? “Per oggi basta così, poi ti faremo sapere. Domani non venire”. E chi prendono? La terza ragazza!”

“Ho saputo che una ragazza, è stata accettata a lavoro, solo perché è bella e si è fatta due di loro”.

“Quel proprietario del bar, cambia ragazzo/a ogni settimana. C’ha mai fatto caso? Chissà perché!”.

Come hai ottenuto il lavoro se non hai nemmeno il diploma?
-Tramite mio padre. E’ un suo carissimo amico”.

E spesso sentiamo anche: “Sei diplomata?
-          No.
Mi dispiace. Noi vogliamo i diplomati.”

“Sei diplomata?
-          Si.
Hai avuto esperienze con il mondo del lavoro?
-          No è la prima volta e …
Mi dispiace ma cerchiamo esperti in questo campo.”

“- Sono diplomata e laureata. Ecco il mio curriculum.
Okay le faremo sapere!” addio!

Purtroppo questo è una delle tante testimonianze … .

Il prossimo che si azzarda a dire CHE I GIOVANI D’OGGI NON HANNO VOGLIA DI LAVORARE, LO SPARO!

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog